Giampiero Bianchi

Tempo fa qualcuno mi disse che non dovevo spiegare le mie foto. A questa affermazione ho riflettuto per diverso tempo vista anche l’autorevolezza della voce che aveva fatto quella affermazione.

Ho cercato nella memoria e in alcuni testi riferimenti che mettono a confronto le due tesi.

Commentare un’immagine o no.

Munari, in un suo testo, affermava che è impossibile capire certa pittura del rinascimento senza conoscere la filosofia del tempo e i riferimenti a cui i santi e la disposizione delle loro figure hanno nello spazio della pittura.

La bellezza ottunde i sensi, il godimento estetico satura i nervi che portano in estasi il nostro essere, ovviamente in maniera soggettiva.

Ma ci sono concetti universali dietro l’emozione provocata da un’immagine? Io credo di si, ma è l’uso della parola che permette di fare delle astrazione. Chi dice di non usare la parola per spiegare le immagini si contraddice perché la sta usando.

Mi sono chiesto quali sono in sintesi i concetti universali che in ultima analisi affiorano dal progetto fotografico “cieli del montefeltro”. L’ozio come momento di riflessione, ma su cosa? Forse sulla doppia soggettività che contraddistingue l’uomo, la dualità natura/cultura.

Rappresentata da costanti come temporali e da un paesaggio che domina su vecchi castelli o simboli di un vissuto umano. Non sono forse queste le due estremità in cui l’uomo cerca di districarsi. Le pulsioni primarie, continuità della specie, aggressività per la difesa dello spazio e della prole, e la cultura per la convivenza la sapienza lo spazio sociale.


Mi chiamo Giampiero Bianchi sono un designer.

La mia formazione è molto trasversale

Dopo una formazione di due anni in elettronica ho frequentato la scuola d’arte ad Urbino studiando incisione e grafica. Una parentesi di quattro anni come  educatore in un centro per ragazzi problematici, mi ha lasciato un’ esperienza nelle discipline della psicologia del profondo.  Ho vissuto una breve esperienza nei più importanti  studi graphic design  Parigini.

Finalmente nel 1990 sono diventato allievo di uno dei maestri del design italiano, Michele Provinciali. Dal 1991  al 1996 ho gestito uno studio di grafica a Firenze, lavorando per i più importanti marchi e agenzie pubblicitarie della toscana. Dal 1998 ho stabilito la mia base nel Montefeltro occupandomi prima di design, anche con una selezione per il compasso d’oro, di grafica, fotografia e organizzazione di eventi culturali, specializzandomi nei brand territoriali.