Ri-creazione
Guardava lontano la bimba, ai suoi piedi
c’erano pezzi di corpi di plastica abbandonati
e mucchi di lucidi schermi accatastati
le lamiere accartocciate e i pneumatici dal cattivo odore
e scatole ingombranti con cibi avariati dappertutto.
Guardava lontano, all’unico fiore sbocciato dal solo germoglio
dell’unico albero rimasto piantato nel cortile,
in quella pallida fresca aria di mezza mattina.
Immobile, come in attesa attenta del trillo della campana,
guardava sospesa, la bimba, quello che avevano fatto,
e aveva lasciato fare. Nessuno rimasto con cui giocare.
La prima – pensava – non le era venuta bene:
era, forse, il momento di una nuova creazione.
Pausa
La salita che spezzava il fiato
ci insegnava il valore del ritmo.
Guardare a terra per evitare gli ostacoli
divenne necessità di sentire la foglia cadente,
parlare le lingue dei venti,
rabbrividire all’umida sorgente.
E intuimmo appena il segreto
dell’unica pausa, scelta concessa,
piegati sulle ginocchia,
un pallido peso di vita alle spalle
le mani avvinghiate alle caviglie.
Frugava il respiro l’uscita tra i denti,
correva saltava a rallentare, il respiro.
Poi ripartire, alzando
lo sguardo a strade di cielo
oltre quelle di pietra.
Quando alla fine giunge in vista l’arrivo,
è già il tempo del ritorno.
Andrea Parato è nato a Rimini nel 1979, ma vive a Riccione dal 2008. Ha pubblicato saggi sulla comunicazione, racconti e diverse sillogi di poesia con Fara (trovi alcune cose su di lui in https://andreaparato.wordpress.com) e ha vinto concorsi letterari. Oltre alla formazione (tiene incontri in tema di comunicazione), si occupa di editoria e di web editing. Ha partecipato ad “Anima d’Autore” su Icaro TV.